I LIBRI PER BAMBINI DI OTTO, HELLY E ILSE
Lara Verena Bellinghi
Dopo il crollo di un impero, due guerre mondiali, la sparizione di innumerevoli bar, negozi e alberghi, ciò che resta è una collezione di 143 libri per bambini, 13 leporelli e 178 cartoline che raccontano le storie di un passato tanto glorioso quanto inquieto. Questa collezione non è stata formata sistematicamente, ma si è riunita nel corso di diversi decenni, quasi per caso, e può essere definita come un perfetto Wiener Melange. La Biblioteca Nazionale Braidense si propone di fornire una visione della vita e della città che hanno dato alla collezione il suo carattere unico. Seguiremo le orme di Otto Prutscher attraverso la Vienna di inizio Novecento e, alla fine del nostro viaggio, apparirà chiaramente come il frammento della sua collezione donato alla Braidense avebbe potuto comporsi solo in quella città in quel momento storico specifico. Un’attenzione particolare è rivolta alle complessità e alle contraddizioni delle travagliate transizioni di Vienna – da capitale imperiale a città devastata dalla guerra, da utopia socialista ad appendice nazista – e a come queste si sovrappongono e si intersecano nella collezione di libri che è sopravvissuta fino a oggi. Esploreremo la Vienna di Gustav Klimt, Egon Schiele, Karl Kraus e Sigmund Freud per comprenderla nei termini meglio definiti da Robert Musil, che ironicamente battezzò l’impero in crisi “Kakania”, dalle iniziali imperiali K und K, kaiserlich und königlich [imperiale e reale]. Kakania era una fulgida città in cui prosperavano la filosofia, l’arte e la musica; patria del valzer, ma anche di una singolare cacofonia, o meglio, di una kakafonia.
Molti dei libri della collezione Prutscher sono stati progettati e stampati durante i cambiamenti epocali della politica dell’Europa centrale, il cui fulcro era il potere imperiale asburgico. Segnati dall’apice e dal successivo crollo di una monarchia durata 800 anni e dalla conseguente rinascita di uno spirito utopico che guardava a nuovi e speranzosi inizi, questi libri rispecchiano un mondo che ha sottovalutato le conseguenze della trasfigurazione delle vecchie strutture di potere in quelle nuove che sarebbero poi sfociate nella Seconda Guerra Mondiale. La scena culturale e artistica di Vienna intorno al 1900 era all’avanguardia. Nonostante l’autoritarismo dell’Imperatore, “innovare attraverso la tradizione” era una massima che risuonava in tutte le discipline e un profondo rispetto per il passato travalicava la mera nostalgia. La consapevolezza collettiva di un’eredità culturalmente e politicamente densa, dovuta al governo monarchico paneuropeo, si scontrò con la Rivoluzione industriale che portò grandi innovazioni tecnologiche e attraversò i vasti territori dell’Europa centrale che, fino al 1918, erano sotto l’egida dell’Imperatore Francesco Giuseppe II. Questa collisione divenne il crogiolo della Modernità per come la intendiamo oggi.
Una delle contraddizioni più evidenti dell’epoca fu l’Imperatore stesso. Nonostante detestasse l’innovazione su più fronti, fu la sua apatia negli affari dell’Impero – frutto della senilità e della vecchiaia – a spianare la strada a innovazioni come la costruzione della metropolitana viennese (che in Europa si aggiungeva a quelle di Londra e Budapest) sotto la direzione di Otto Wagner. Anche a Thomas Alva Edison fu concesso di sostituire le migliaia di candele che originariamente illuminavano il Castello di Schönbrunn con lampadine elettriche. L’Imperatore acconsentì rapidamente al cambiamento quando si rese conto che il progresso tecnologico poteva ridurre i costi. Questi passi verso la modernità, tuttavia, non avevano il fervore e il ritmo richiesti dalla maggior parte dei suoi sudditi. Nel frattempo, il progresso tecnologico portò anche innovazioni nella comunicazione di massa, consentendo alle popolazioni sempre più insofferenti delle terre della Duplice Monarchia di dare voce al loro malcontento. Le scintille anarchiche di quello che era un impero prevalentemente slavo si accesero per la prima volta nei Balcani e il rogo che ne derivò finì per distruggere l’Impero che Francesco Giuseppe aveva tenuto insieme per quasi settant’anni. Dopo la Prima Guerra Mondiale e il crollo dell’Impero nel 1918, un nuovo spirito mondiale si impadronì di Vienna, ora guidata dal Partito Socialdemocratico. Le visioni utopiche su come vivere meglio in questo nuovo mondo diedero vita alla cosiddetta Vienna Rossa, con un approccio senza precedenti alla costruzione e al mantenimento dell’uguaglianza sociale. Le soluzioni per l’istruzione, la questione abitativa e la carestia derivanti dalla sconfitta dell’Impero dopo la Prima Guerra Mondiale tennero a bada, anche se per soli due decenni, le risentite correnti nazionalistiche. Dopo venti anni di progressi apparentemente inarrestabili, queste forze riemersero quan-do Hitler annesse l’Austria nel 1938. [...]
Il saggio prosegue nel catalogo: La Collezione Prutscher di libri viennesi per bambini. Un filo d’oro. 1900-1938
stampato dall'editore CORRAINI
Il catalogo è possibile acquistarlo ON-LINE https://corraini.com/it/un-filo-d-oro.html, presso le librerie e alla Bottega Brera, il design and bookshop, accessibile direttamente dal cortile d’onore del Palazzo di Brera, via Brera 28, Milano.