Una kakafonia culturale
1. Esponente delle arti applicate del primo Novecento, Franz von Zülow (1883-1963) progettò libri, calendari, carte da parati, motivi tessili e decorazioni per mobili. Mise a punto una nuova tecnica di stampa per i ritagli di carta con i quali era solito comporre scene di vita pastorale, religiosa e fantastica a partire dall’osservazione della quotidianità nella provincia austro-ungarica. Il ciclo di leporelli sottolinea l’importanza del tema della ciclicità delle stagioni nel contesto austro-ungarico, reso qui in uno stile quasi fumettistico in linea con i principi dell’autoproduzione di libri d’artista promossi dalle officine viennesi.
2. Mentre Robert Musil battezzava ironicamente il fallimentare impero austro-ungarico Kakania, dalle iniziali imperiali K und K, kaiserlich und königlich [imperiale e reale], Otto Prutscher viveva e lavorava al fianco di filosofi, artisti e musicisti a ritmo di Walzer: una cacofonia culturale lo avvolgeva, o meglio, una kakafonia. Otto Prutscher rimase nella sua città nella buona e nella cattiva sorte: tra le rovine dell’Impero austro-ungarico assistette all’occupazione delle truppe naziste in camicia marrone e alla persecuzione degli ebrei da parte degli ufficiali delle SS di nero vestiti. Per quanto effimeri, i libri della sua collezione qui esposti offrono una lettura trasversale di uno dei più grandi architetti progettisti del XX secolo nonché della vita culturale della cosmopolita città dalla quale non si separò mai.