Sognare l'opera d'arte totale
1. Alla fine del XIX secolo Richard Wagner ridefinì l’opera d’arte come una fusione estetica di musica, poesia e teatro.
Ma perché l’arte potesse trascendere la mera decorazione, era necessario che il principio dell’unità divenisse uno stile di vita, e questo era applicabile a diversi oggetti tra i quali libri, tessuti, vetro, mobili e persino carta da parati. L’obiettivo era creare la cosiddetta “opera d’arte totale” (Gesamtkunstwerk) capace di tradurre il vissuto in un’esperienza estetica totalizzante. Gli artisti che alimentavano questo sogno collettivo come Prutscher erano definiti Gesamtkunstwerkler.
2. Esistono molti Otto Prutscher, tanti quanti i suoi volti – l’apprendista, l’alunno, l’insegnante, il designer, l’architetto – e tanti quanti i volti della città, che abitò mentre si trasformava da capitale di un impero secolare a culla della modernità e utopia socialista. L’ambizione che condivise con un’intera generazione di artisti viennesi era quella di creare l’opera d’arte totale, il cosiddetto Gesamtkunstwerk, trasversalmente alle discipline (design del prodotto, architettura, editoria) e agli stili (dalle geometrie degli esordi alle linee curve, arrotondate e neo-rococò della maturità passando per le forme pure del Bauhaus).